Clicca su gli “errori più comuni nella grammatica italiana” per scoprire la parte 2 e la parte 3! (po’ o pò? Fu o fù? Altro che o altroché? Centra o c’entra? In contro o incontro? Be’ o bè?)
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Scrivo questo articolo sperando di non risultare arrogante. Al contrario, mi auguro che in qualche modo possa essere di aiuto. La grammatica italiana non è nulla di impossibile, tuttavia non bisogna sottovalutarla: è molto articolata, ricca di eccezioni e regole e a volte persino gli italiani vengono colti dai dubbi e fanno qualche strafalcione.
Prendendo spunto dagli errori che vedo fare più frequentemente, ho deciso di trascrivere liberamente una serie di regole grammaticali per evitare di commettere quelli che, a mio parere, sono errori piccoli ma gravi.
1) L’articolo indeterminativo UN va apostrofato solamente se seguito da un termine al femminile:
Es. Un’altra persona.
MA Un altro amico.
2) -Are, -ere, -ire l’H fan fuggire!
Es. Andiamo a mangiare / A saperlo! / Forza, a dormire!
MA Hai mangiato?
3) Le frasi introdotte dal SE vogliono il verbo al congiuntivo imperfetto, non al condizionale!
Es. Se avessi (congiuntivo imperfetto) fame, mangerei (condizionale presente).
NON Se avrei fame, mangerei.
N.B. Per chi dovesse avere dei dubbi può ricorrere ad una semplice regola: “frasi con SE, verbo con doppia S”.
4) Soggetto e verbo concordano sempre per genere e numero:
Es. La gente è strana.
NON La gente sono strani.
5) Quando si fa una frase in cui si vuole offrire un’alternativa si deve utilizzare la congiunzione disgiuntiva “o” (oppure) e non HO:
Es. Preferisci la carne o il pesce?
MA Questa mattina ho comprato della carne.
6) “Gli ho detto” o “le ho detto?” . La risposta è molto semplice: se la persona di cui state parlando è un lui, dovete usate la prima opzione, altrimenti, se si tratta di una lei, la seconda. “Gli” e “le” significano infatti rispettivamente “a lui” e “a lei”. Dunque:
Es. Ho parlato con Marco e gli ho detto (= ho detto a lui) che non sono d’accordo.
Es. . <Cosa le hai regalato?> (= cosa hai regalato a lei?)
7) E qual è la differenza tra “li” e “gli”? Bene, tenendo a mente il sopracitato significato di “gli” (non inteso come articolo determinativo) risulta chiaro che quando dobbiamo introdurre l’oggetto, non lo possiamo impiegare. Diremo infatti:
Es. Ho preso dei nuovi jeans. Li ho messi da lavare.
Ovvero: Ho preso dei nuovi jeans. Li (= cosa? Loro!) ho messi da lavare.
Per chiarire e riassumere:
Gli ho detto (=ho detto A CHI? A LUI) di metterli (= di mettere COSA? Essi) da lavare.
8) Rimanendo in tema, ma facendo un passo in più: glielo o gliel’ho? Errore più comune di quanto pensiate!
Es. Glielo dico io o preferisci farlo tu?
Significa: LO dico io A LUI o preferisci farlo tu? -> oggetto + compl. di termine
NON VA CONFUSO CON:
Es. Quel cappello gliel’ho comprato io -> io LO (il cappello) HO comprato A LUI -> oggetto + v. pass. prossimo + compl. di termine
N.B. Le differenze tra LO e L’HO e tra GLIELO e GLIEL’HO valgono anche per LA e L’HA e così via.
9) Quando si usano “ce” e “c’è”? Stando alla definizione data da Treccani, “ce” è la forma che il pron. o avv. atono ci assume davanti a lo, la, li, le, ne. Invece, “c’è” nasce dall’elisione della -i di ci davanti al verbo essere. Per chiarirlo, vediamo degli esempi:
Es. Ce la faccio da sola, grazie. / Ce (particella pronominale che sta per “a noi”) lo porti?
MA Vieni, c’è qualcuno che vuole conoscerti (esserci)
10) E per ultimo, come si impiegano correttamente ne, né e n’è? “Ne” può avere il valore di pronome o avverbio; “né” è una congiunzione; e “n’è” non è altro che l’unione tra ne + verbo essere.
Es. Ne voglio un altro piatto.
Es. Né tu né tuo fratello potrete andare al parco oggi.
Es. Ce n’è ancora?
Eccoci arrivati alla fine! Chiaramente questi sono solo alcuni degli errori più comuni nella grammatica italiana, ma (purtroppo) ce ne sono molti altri. Dato che, come già detto, la grammatica italiana a volte può mandare in confusione, credo sia giusto approfondire da sé i propri dubbi: dall’Enciclopedia online Treccani all’Accademia della Crusca, gli strumenti non mancano di certo!
Se avete ancora dei dubbi su quanto ho spiegato, avete consigli da darmi o semplicemente vorreste saperne di più anche su altre regole che non ho inserito in questo articolo, non esitate a contattarmi compilando il modulo sottostante.
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Sai,molti degli errori da te elencati sopra,in inglese sarebbero giusti (parlo dell’inglese perchè non so altre lingue).Soprattutto nel congiuntivo,che in inglese non esiste,si dice veramente “se avrei fame,mangerei” – “If I’m hungry,I will eat”,che poi letteralmente si tradurrebbe “Se ho fame,mangerò”,quindi ancora peggio perchè ci vanno a mettere pure il futuro che non c’entra proprio niente….vabbè!Stessa cosa per i “sei e sono”- “you are/tu sei,ma allo stesso tempo they are/essi sono”.
Secondo me gli stranieri fanno più fatica per questo motivo,non nascondo però che alcuni italiani,anche gente giovane,cadono negli errori più semplici….
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Be si però come hai detto tu “If I’m hungry, I will eat” significa “Se ho fame, mangerò” e il condizionale non c’entra nulla… Quindi non colgo il nesso!
Poi comunque chiaramente ogni lingua è a sé e ha la sua grammatica e le sue regole… 😊
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In inglese lo chiamano 1st conditional… in realtà usando un futuro non c’entra niente, però viene inteso come “se avessi fame, mangerei”. In questo caso ė il futuro che non “funge” da futuro ma da condizionale.
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Il 1st conditional è if+presente, + will verbo e non viene inteso come “se avessi fame mangerei” dato che questa frase viene tradotta in inglese con un second conditional “If I was hungry, I would eat”.
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Scusa, forse mi sono espressa male… il 1st conditional ė un modo di usare il condizionale in modo diverso dall’italiano.
La tua affermazione ė vera, “se avessi fame, mangerei” viene tradotto “If I was hungry, I would eat”, tuttavia ci sono dei casi in cui If I’m hungry, I will eat viene inteso proprio come ho scritto sopra “se avessi fame, mangerei” anche se il futuro non c’entra niente…
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Mi spiace ma temo non sia così, al massimo in italiano tendiamo a tradurre quel verbo + will come se fosse un presente, ma “If I’m hungry, I will eat” non può essere tradotto come “se avessi fame, mangerei” altrimenti il 2nd conditional (if I was hungry, I would eat) non avrebbe ragione di esistere.
Buona serata!
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Ops scusa, rileggendo i commenti mi sono accorta che c’è stato un errore di scrittura… il cellullare scrive come vuole lui.
Volevo semplicemente dire che “If I’m hungry, I will eat”, letteralmente viene tradotto “se ho fame, mangerò”. In realtà gli inglesi lo pensano come “se avrò fame, mangerò”, che però non si può sentire. Quindi noi traduciamo quella frase come condizionale, anche se non c’entrerebbe niente “se avessi fame, mangerò”. So che il congiuntivo si traduce con un simple past, ma dobbiamo tradurre quella frase in questo modo per non confonderci con il vero condizionale (2nd conditional).
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Il tuo punto 1… 🙂
In un tema, medie inferiori, accentai un “un” che si riferiva a sostantivo maschile ed era l’unico errore, in più me la cavavo bene con i temi, questo nonostante mi sono beccato un 4 secco, e sull’accento criminale mi sono visto un segnaccio di matita blu, indelebile onta a futura memoria.
Non ho mai più commesso l’errore e di anni da quel giorno ne sono passati… 🙂
Nota: ti ringrazio per il gentile follow con i migliori auguri di trovare la tua strada in un campo affollato non meno di uno stadio al derby 🙂
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Non voglio essere troppo polemica, ma avendo accumulato ormai 5 anni di esperienza nel seguire ragazzi e bambini con lo studio, posso dire che il vero problema sta proprio nell’insegnamento! Una volta gli insegnanti segnalavano l’errore in modo da non farlo commettere più… ora invece non mi stupirei nel vedere qualche insegnante cadere in quello stesso errore.
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Sul punto 3, se ricordo bene, c’è una eccezione. Il cosiddetto se dubitativo come nella frase “non so se sarei in grado di fare…”
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Assolutamente, più che un’eccezione è un altro caso! In giornata lo inserisco, così l’articolo è più completo: grazie per l’utile segnalazione 😊
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Bravo/a! Stavo per scriverlo.
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E’ sufficiente scorrere le pagine dei social media per capire quanto siano necessarie queste spiegazioni.
Altro che arroganza….. Semmai arrogante è chi si propone ad una platea senza porsi il minimo dubbio sulle sue capacità,
….Spero di non aver scritto strafalcioni 😉
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Grazie Joseph! Concordo sulla definizione che hai dato dell’arrogante… purtroppo c’è chi è quasi paranoico (come me!) e chi, al contrario, non si fa assolutamente problemi… Una buona via di mezzo non guasterebbe! PS. Tranquillo, non hai commesso errori ahaha 😀
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Ho mangiato riso anche SE AVREI preferito mangiare una minestra
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Qui è corretto, assolutamente, infatti si tratta di un altro caso 🙂
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