Sedette sul divano e cominciò ad attendere. Sfilò dal pacchetto una sigaretta e l’accese, fissando il telefono con aria di sfida. Aspirò un paio di boccate di fumo, poi spense la sigaretta schiacciandola con rabbia contro il portacenere, lo sguardo fisso sull’apparecchio telefonico. Accavallò le lunghe gambe e incrociò le braccia sul petto, sempre più imbronciata. Rimase così per qualche minuto, poi si alzò, sbuffando, e andò verso il telefono con passo deciso. Afferrò la cornetta, portò il ricevitore all’orecchio e prese a comporre il numero che ormai sapeva a memoria. Uno, due, tre squilli.
<Pronto?> fece una voce maschile.
<Aspettavo una tua chiamata> sbottò subito lei.
<Avevamo stabilito alle 21,00 e sono appena le 19,30> replicò lui, cauto.
<Sì, certo, proprio da stasera hai deciso di darmi ascolto, quindi?>.
<Cosa ti prende? Lo avevamo deciso insieme>.
<Ok, però non è possibile che non ti sia venuta voglia di sentirmi prima> insisté lei.
<Ne avevo voglia, ma…> cominciò lui.
<Allora perchè non mi hai chiamata?> lo interruppe lei.
<Senti> sospirò lui, <adesso non posso parlare, ci sono più tardi>.
Lei scoppiò in una breve e nervosa risata.
<Ovvio, sapendo che non ci saremmo sentiti prima di una certa ora hai preso altri impegni, dico bene?>.
<Dici bene, sì. Ci sentiamo verso le 21,00>.
<No caro, a quell’ora ho deciso che sarò io quella impegnata!> esclamò lei, con rabbia.
<D’accordo, allora ci sentiamo domani. Buonanotte!>. E riattaccò.
La risposta tagliente che avrebbe voluto dargli le rimase incollata sulle labbra. Restò lì in piedi ancora per qualche secondo, la cornetta premuta sull’orecchio dalla mano tremante, poi riattaccò anche lei. Andò verso il divano a testa bassa e vi si lasciò cadere, sprofondando tra i numerosi cuscini di velluto. Chiuse gli occhi, sperando per un attimo che nessuna conversazione fosse mai avvenuta. Quando li riaprì, la prima cosa che vide fu il telefono. Le sembrò di vederlo ghignare. Afferrò un cuscino e glielo scaraventò addosso, mancandolo per un soffio.
Maledetto telefono, e ora quando sarebbe squillato?
te la sei cercata 🙂
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Non sono io. Solo il lato un po’ adorabilmente psicopatico del nostro esser donne 😀
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Insicurezze, paure, mancanza di controllo e fatica ad aspettare… Tante donne in questo racconto….
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Già, è proprio così 🙂
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Un nuovo personaggio alle porte? : )
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Mmmm no non credo! 🙂
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Probabilmente alle 21.01, perchè alla fine, se una persona ci tiene farebbe così…. anche se in effetti.. bruciare i tempi, specie se inopportuni, porta al rischio di dover attendere un pò di più… un pò come a Monopoli si becca la carta che ti obbliga a dover star ferma un turno…
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Esattamente, ottimo paragone! (:
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Bello anche il telefono! 🙂
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Bellissima storiella. Complimenti!
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Grazie 😊
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